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Linee guida per l'affidamento di servizi a enti del terzo settore

Linee guida per l'affidamento di servizi a enti del terzo settore

Febbraio 26, 2016 - 10:27

 

 

Con la delibera del 20/01/2016 pubblica in GU n. 30 del 06/02/2016 l’ ANAC (Autorità Nazionale Anticorruzione) rilevando ad oggi la mancanza di una specifica normativa di settore che disciplini in maniera organica l’affidamento di contratti pubblici ai soggetti operanti nel terzo settore, ha emanato una specifica Linee guida con lo scopo di fornire indicazioni operative alle amministrazioni aggiudicatrici e agli operatori del settore nel rispetto della normativa comunitaria e nazionale in materia di contratti pubblici e di prevenzione della corruzione, in particolare dei principi di libera circolazione delle merci, di libertà di stabilimento, libera prestazione dei servizi nonché dei principi che ne derivano (parità di trattamento, non discriminazione, riconoscimento reciproco, proporzionalità e trasparenza). Dalle linee guida per l’affidamento di servizi a Enti del Terzo Settore e alle cooperative sociali emerge l’obbligo da parte delle stazioni appaltanti di verificare l’osservanza da parte degli organismi non profit delle disposizioni di cui al D.Lgs 231/2001 (responsabilità amministrativa delle persone giuridiche) . Il D.Lgs 231/01 si applica indifferentemente sia agli enti forniti di personalità giuridica che anche alle associazioni prive di tale riconoscimento. L’Autorità ritiene per tanto che gli Enti Non Profit debbano, per assicurare che la prestazione venga svolta secondo criteri di trasparenza e legalità, dotarsi di un modello organizzativo che preveda:

- l’individuazione delle aree a maggior rischio di compimento di reati;

- la previsione di idonee procedure per la formazione e l’attuazione delle decisioni dell’ente nelle attività definite a maggior rischio di compimento di reati;

- l’adozione di modalità di gestione delle risorse economiche idonee ad impedire la commissione dei reati;

- la previsione di un appropriato sistema di trasmissione delle informazioni all’organismo di vigilanza;

- la previsione di misure di tutela dei dipendenti che denunciano illeciti;

- l’introduzione di sanzioni per l’inosservanza dei modelli adottati.

Inoltre viene richiesto che le strutture non profit debbano procedere alla nomina di un organismo deputato alla vigilanza sul funzionamento e sull’osservanza del modello e all’aggiornamento dello stesso (cui attribuire autonomi poteri di iniziativa e di controllo), oltre a prevedere ed attuare adeguate forme di controllo sull’operato dell’organismo medesimo.

Autore: Nicola De Rosa