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Isola: visita pastorale di mons. Graziani

Isola: visita pastorale di mons. Graziani

Novembre 23, 2010 - 08:10
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Si è conclusa con la Santa Messa celebrata nel Duomo di Isola Capo Rizzuto la visita Pastorale di S.E. Mons. Domenico Graziani Arcivescovo di Crotone – S. Severina.Una visita alla Comunità Parrocchiale dell’Assunta o ad Nives ricca di incontri e di contenuti che è iniziata il 18 novembre con un bagno di folla in Largo Traiano dove ad attenderlo oltre ai vari gruppi parrocchiali e alla Banda Musicale delle Misericordie d’Italia,  c’era anche una delegazione dell’Amministrazione Comunale di Isola Capo Rizzuto guidata dal Sindaco Carolina Girasole. Don Edoardo Scordio era ad attenderlo sul sagrato del Duomo ove si è poi svolta la Liturgia della Parola.
Il Vescovo, nei quattro giorni, si è recato a far visita ai malati e ha incontrato tutti i gruppi parrocchiali ai quali ha indicato quale strada deve essere percorsa da ogni buon cristiano. Quasi tutti gli incontri si sono svolti nel salone Palazzo Vescovile. Il primo incontro lo ha tenuto proprio con il corpo docente delle scuole paritarie che rappresentano uno dei punti cardini sui quali si basa l’opera della comunità. Basti pensare che le stesse sono del tutto gratuite fino alla scuola elementare. Ha poi incontrato sempre nella giornata del 19 novembre le varie associazioni e gruppi parrocchiali (Ora di Guardia, Apostolato della Preghiera, Sorelle dei Malati, Centro d’Ascolto Caritas, Responsabili CEB e CDA) e anche le associazioni di servizi e culturali (Misericordia di Isola, Servizio Emergenza e trasporti sanitari e protezione civile, Sorriso di Dio, donatori di sangue Fratres, la redazione del periodico L’Isula, gli operatori dei Centri di accoglienza per immigrati di S. Anna)
Giorno 20 il Vescovo ha poi incontrato il Consiglio per gli Affari Economici, il Direttivo della Misericordia e l’amministratore delegato della Miser.Icr. l’Impresa Sociale di recente istituzione. Ha visitato tutte le Chiese e tutte le strutture della Misericordia tra cui anche i beni confiscati alla criminalità organizzata ed assegnati all’associazione di volontariato che ne ha creato dei veri e propri centri per la società (insistono infatti in questi beni la sede operativa della Protezione Civile Regionale delle Misericordie, il Centro Disabili Matteo 25, il Centro d’Ascolto e il Banco Alimentare, la sede dell’Unitalsi, la sede del gruppo giovanile e della Banda musicale delle Misericordie d’Italia). Nel pomeriggio si è poi immerso nella bellissima realtà delle gioventù parrocchiali incontrando i ragazzi della catechesi, le catechiste, i giovani della Misericordia, gli scout, la banda musicale e i giovani dell’Oratorio e infine nel tardo pomeriggio gli altri gruppi laici verniani, gli ascritti rosminiani, il comitato festa, l’Unitalsi, i responsabili del Centro Cultuale, il rinnovamento nello spirito, i responsabili del centro “Matteo, 25”, il Coro di Capo Rizzuto e quello di Isola Capo Rizzuto.
Sabato 20 nell’ultimo incontro con numerosi gruppi ed associazioni in Duomo, S.E. l’Arcivescovo che è stato proficuo di tanti insegnamenti durante la visita ha delineato quelle che possono essere considerate delle conclusioni provvisorie in attesa di quelle ufficiali come previsto dal diritto canonico.“Sta avvenendo in me qualcosa di inatteso” affermando che nella Diocesi di Crotone S.Severina vi sono diverse cattedre episcopali: S.Severina, Strongoli, Petilia, Belcastro, Isola e Crotone. Alcune di queste hanno oggi soltanto rilievo storico, quelle di Crotone e S.Severina hanno carattere istituzionali perché sedi dell’Arcivescovo attualmente. “Ho qui davanti a me la cattedra marmorea dell’ex Diocesi di Isola: ebbene, posso dire che ve la siete conquistata, è diventata cattedra viva ed attuale di una comunità intera, potremmo chiamarla una cattedra dei credenti o da credere”. Al termine di questa visita pastorale l’Arcivescovo ha preso atto con gioia di quello che ha trovato qui e pertanto ritiene che la comunità di Isola debba avere un posto di rilievo nel laboratorio pastorale diocesano; “La vostra comunità, insomma, deve avere più voce”. Lo sviluppo della nostra soggettività ecclesiale costituita da quella triplice carità ispirata al Beato Antonio Rosmini, Spirituale, intellettuale e materiale e contraddistinta in tutti e tre questi ambiti da costante e diffusa presenza sociale diventa capacità di esprimere uno stile di vita cristiano. “Qui, è ovvio, non tutto è bene e tuttavia è di grande speranza la vitalità di gruppi, associazioni e movimenti presenti soprattutto se imboccheranno sempre di più la via dell’unità fatta di diversità di esperienze”.Il Vescovo si è  complimentato per le scelte operate e manifestate apertamente quale ad esempio la festa patronale che ha una dimensione importante per la vita di una comunità. “Il Card. Martini mi diceva che se a Milano non ci fossero i meridionali non ci sarebbe nessun segno di religiosità pubblica e popolare”.“Dobbiamo stare attenti a non invocare per ogni problema il discorso mafia che è diventato quasi di moda. Investite nel bene e con intelligenza, investendo nella gratuità senza prezzo, cioè in quella gratuità che si compie come valore a sé”.“Si dice che gli isolitani siano “ncazziddhusi” ovvero ostinati sia nel male, ma ho visto che lo siete soprattutto nel portare avanti opere di bene che avete costruito pazientemente e meticolosamente in tutti questi anni per il bene comune. Coraggio e auguri”. “Bonum est diffusivum sui”: il bene è per sua natura fatto per diffondersi, come la luce fa scomparire le tenebre”.“Aldilà del complesso e significativo modello organizzativo che vi siete dati ho visto l’opera dello Spirito che nasce dall’offerta e dalla preghiera dei sofferenti e porta frutti di intensa spiritualità. Tutto questo spesso in Diocesi non appare perciò vi invito a vigilare sul passaggio di responsabilità a laici formati. Per orientare lo sviluppo delle cose della Chiesa è necessario che tutto parta da Dio e dunque la comunità è tanto più sensibile allo sviluppo quanto più è impegnata nel narrare le opere di Dio e nell’evitare le devianze di uno sviluppo che pensa solo al fatto economico trascurando le persone e gli affetti. Avete creato tanto lavoro, valorizzatelo sempre più come espressione di una fede incarnata”. “Ringrazio il Signore per il bene che mi ha fatto vedere in questa comunità, per la storia che l’ha contrassegnata e la contrassegna ancora; può e deve dare ancora di più alla società civile e alla Diocesi”.