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La carovana dei Gipsit ad Isola Capo Rizzuto

La carovana dei Gipsit ad Isola Capo Rizzuto

Maggio 30, 2011 - 10:33
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Il progetto GIPSIT (Giovani Itineranti per la Protezione, la Sicurezza e il Turismo) è giunto al suo termine, a Isola di Capo Rizzuto, con il passaggio della carovana dei “giovani gitani”, 25 per la precisione, provenienti da Sicilia, Calabria, Puglia, Campania e Lazio. Il progetto si è sviluppato lungo tutti i mesi invernali e ha coinvolto un centinaio di giovani dai 18 ai 30 anni in attività di conoscenza e valorizzazione del territorio. Le attività sono terminate in questi giorni con il viaggio della carovana nelle cinque regioni coinvolte. Il tour è partito mercoledì 24 da Alcamo (capofila del progetto) ed è terminato a Roma sabato 28.
La Misericordia di Isola di Capo Rizzuto, partner insieme alle altre Misericordie del Sud Italia, ha curato a partire dal mese di febbraio un laboratorio di socializzazione ed esplorazione del territorio, che ha indagato i temi della “protezione”, “sicurezza” e “turismo” dalla prospettiva dei giovani che, attraverso la partecipazione a gruppi e associazioni, proteggono l’ambiente, promuovono il territorio con musica e teatro, “mettono al sicuro” il valore dell’assistenza, dell’ascolto, dell’aiuto gratuito, della vita. La strategia è stata quella di costituire una rete collaborativa attorno al progetto, sperimentando un percorso incrociato tra diverse realtà giovanili.
Il passaggio della carovana da Isola di Capo Rizzuto, mercoledì 25 maggio, è stato un importante momento di scambio e confronto, ma soprattutto è stata l’occasione per chiudere il cerchio delle numerose attività svolte ad Isola. Nella mattinata, ospiti del Centro Rosmini, i ragazzi hanno avviato una riflessione collettiva sui temi del progetto, individuando problematiche e risorse comuni ai cinque territori interessati. Nel pomeriggio,  presso la pineta del Sovereto, in una cornice naturalista incontaminata di macchia mediterranea e mare, è stato organizzato il percorso socio-turistico con la partecipazione  dei gruppi: I Ragazzi della Misericordia, Giacche Verdi, Compagnia Teatrale il Sorriso, Banda Musicale Misericordie d’Italia Isola-Cutro, Gruppo Folk Magna Graecia, i quali hanno raccontato le proprie esperienze dando dimostrazione delle loro attività.
In serata, la carovana ha ricevuto il saluto di Don Edoardo Scordio, parroco di Isola di Capo Rizzuto, Leonardo Sacco, Governatore della Misericordia, e Gianluca Cortese, coordinatore del progetto. Un ulteriore momento di riflessione alla luce delle esperienze, delle strategie e dei progetti futuri della Misericordia, famiglia di centinaia di giovani, luogo di confronto, di crescita individuale e collettiva da oltre 35 anni.
A fine giornata è stato proiettato il documentario, risultato finale del laboratorio. Anna Fragnito di Benevento ha commentato così l’esperienza ad Isola di Capo Rizzuto: “E’ un paese che ha tanta voglia di fare, di creare, di cambiare. È una realtà geograficamente favorevole alla promozione di iniziative sociali ed economiche, un posto meraviglioso che merita di essere scoperto, non deturpato”.
“L’aspetto positivo – ha sostenuto Cesare Riillo di Isola capo Rizzuto – è che quest’esperienza ha permesso di aggregarci  con altre associazioni presenti sul territorio di cui non conoscevo neanche l’esistenza. Vorrei ci fossero più opportunità in questa direzione per noi giovani”. 
“I giovani, in genere, - ha sostenuto don Edoardo Scordio – si piangono addosso, in attesa che qualcuno gli proponga qualcosa, non comprendendo che, invece, è questo vostro coraggio a donare agli adulti la forza di guardare avanti, a testa alta che ti dà modo di  lottare per un futuro migliore”. La positività dell’esperienza appena vissuta porta a proiettare in futuro iniziative simili che puntano all’interscambio tra i giovani.
“Questa tipologia di progetto- ha sostenuto il Governatore Sacco –  che tende a coinvolgere i ragazzi in progetti per il territorio, è un antidoto contro la criminalità. Solo così si può cambiare cultura. noi, come associazione, portiamo avanti da sempre questo obiettivo attraverso la cultura del fare e aprirci ad altri territori è il segnale che vogliamo dare di questo cambiamento”.