LA CROCE DEL GIUBILEO, icona spirituale unica al mondo
È iniziata il 6 gennaio la “Peregrinatio” della Croce del Giubileo tra le Misericordie italiane, l'icona che il Correttore spirituale nazionale delle Misericordie d’Italia S.E. Mons. Franco Agostinelli ha fortemente voluto, con lo scopo di porre all’attenzione del mondo delle Misericordie l'importanza dell'Anno Giubilare appena cominciato quale necessaria riflessione per una maggior consapevolezza sull’identità e sulla storia della Misericordia stessa.
L'icona è appena stata benedetta a Roma da Papa Francesco oggi mercoledì 15 gennaio. Nel frattempo si erano già avvicendati i primi appuntamenti alla Misericordia di La Serra e San Romano in provincia di Pisa. Dopo la benedizione del Santo Padre la Croce del Giubileo riprende il suo itinerario di Misericordia in Misericordia che, partito dalla Toscana, si estenderà a tutta Italia; avrà un suo momento di rilievo con il Giubileo del Volontariato dell’8 e 9 marzo, in rappresentanza degli oltre 5mila Volontari delle Misericordie d’Italia attesi a Roma e in Vaticano per il grande evento; e proseguirà per tutto il resto dell’Anno Giubilare fino all’Epifania del 2026.
«La Peregrinatio e l’icona Croce del Giubileo sono state concepite con il significato di non ridurre l’evento Giubilare ad alcune date bensì di considerarlo come la testimonianza di quel pellegrinaggio di speranza che è! Una serie di momenti di crescita che c’impegnano per tutto l’anno in una riflessione spirituale, una revisione della nostra fede e una scelta continuativa di carità. Accompagnati costantemente da quella fantasia della carità che ci guidi ad andare incontro ai bisogni e alle richieste delle persone che incontriamo nella nostra vita!», afferma il Correttore spirituale nazionale delle Misericordie d’Italia S.E. Mons. Franco Agostinelli.
«L’icona Croce del Giubileo e la Peregrinatio tracciano un periodo di straordinaria importanza per l'intero Movimento delle Misericordie – sottolinea il Presidente nazionale delle Misericordie d’Italia Domenico Giani – testimoniando quello stesso spirito che anima ogni Misericordia e ispira e guida il nostro servizio quotidiano. Costituiscono la manifestazione dell’essere “Pellegrini di Speranza” che più abbiamo a cuore».
La Croce del Giubileo, proprio in quanto simbolica “icona” itinerante, è davvero un “unicum” che concentra in sé e veicola molti altri simboli, ognuno con un suo specifico significato di valori: l'ancora, il legno d’olivo, il Rosario, l'immagine della Madonna della Misericordia, il filo spinato, una scheggia, una roccia e la terra.
La realizzazione stessa della Croce del Giubileo si deve al contributo e alla devozione di una moltitudine di persone: gli artisti dell'Associazione Nazionale Città dei Presepi, dell'Unione Cattolica Artisti Italiani di San Miniato, in ciò ringraziando anche l’ingegno e la manualità di un gruppo di artigiani e tecnici coordinati da Fabrizio Mandorlini: Emilio Bertini, Gabriele Corti, Giancarlo Turini, Claudio Terreni, Andrea Lavecchia, Carlo Calvetti, Sauro Benedetti.
Il legno dell’olivo da cui è stata ricavata la Croce proviene da Cerreto Guidi (Fi) grazie all'interessamento di Massimo Irrati. La scheggia e il filo spinato sono stati messi a disposizione da Michele Fiaschi. L'ancora apparteneva a una piccola imbarcazione di Viareggio.
I valori nei simboli
La croce
La croce è realizzata interamente in legno di olivo, ricavata da un tronco di una potatura. L’olivo richiama, nel suo significato, la ricerca di pace da parte dell'uomo. Sulla croce è impressa infatti la parola “pace” in diciotto lingue del mondo, mentre sull'asse orizzontale è contenuto il motto del giubileo “Pellegrini di Speranza”. Il ramoscello d'ulivo è simbolo della rigenerazione, perché, dopo la distruzione causata dal diluvio, la terra tornava a fiorire. Allo stesso tempo diviene anche simbolo di pace perché attestava la fine del castigo e la riconciliazione di Dio con gli uomini.
Prendere un ramoscello di ulivo significa assumersi l'impegno per la pace, lavorare per la pace, fare la propria parte per costruire un mondo migliore. Significa assumersi la responsabilità di promuovere la pace e di essere costruttore di pace nella vita di ogni giorno. La pace deve nascere anche dentro di noi. Dobbiamo essere in pace con noi stessi, con gli altri e con Dio. Dobbiamo imparare a perdonare, a chiedere perdono e a lasciar andare le offese.
La Roccia
La Croce poggia su un Golgota che richiama la roccia. Sulla sua sommità destra troviamo una scheggia di guerra e un filo spinato a significare che sulla croce Gesù porta il dolore dell'umanità in ogni tempo e in ogni luogo, anche il dolore e la sofferenza causati dalle guerre. Sulla roccia poggia l'ancora, mentre ai piedi della croce è Maria. “La sua volontà è salda, tu le assicurerai la pace, pace perché in te confida. Confidate nel Signore sempre, perché il Signore è una roccia eterna”, racconta Isaia (26.4). «Tu sei mio padre, mio Dio e roccia della mia salvezza» è scritto nel libro dei Salmi (89,27). Dio «è la roccia: perfette le sue opere, giustizia tutte le sue vie; è un Dio fedele e senza malizia, egli è giusto e retto» è scritto nel Deuteronomio (32,4).
La Terra
La terra che circonda la roccia vuol significare la buona terra su cui caddero i semi della parabola del seminatore. Semi che portarono frutto e «giunsero a dare il trenta, il sessanta e il cento per uno».
L'ancora
L'ancora è metafora della speranza. L’ancora di speranza, infatti, è il nome che in gergo marinaresco viene dato all’ancora di riserva, usata dalle imbarcazioni per compiere manovre di emergenza per stabilizzare la nave durante le tempeste.
Il filo spinato
Il filo spinato rimanda alla guerra, alla reclusione forzata, al dolore. Ma sotto la croce diventa segno di speranza e di salvezza. Richiama la fede in quanto associato alla corona di spine indossata da Gesù Cristo e simboleggia sacrificio e sofferenza. Il filo spinato proviene da una delle trincee in Veneto dove fu combattuta la prima guerra mondiale.
La scheggia
La scheggia ha più di cento anni essendo parte di un proiettile sparato durante la prima guerra mondiale. Simboleggia le guerre nel mondo e le morti innocenti per mano dell’uomo.
La Madonna della Misericordia
La Vergine Maria che apre il mantello per dare riparo e protezione alle persone che la venerano, deriva dalla consuetudine medievale della “protezione del mantello”, che le nobildonne altolocate potevano concedere a perseguitati e bisognosi d'aiuto. I fedeli sono gerarchicamente più piccoli e sono disposti a semicerchi, quattro per parte (uomini a sinistra e donne a destra), lasciando un ideale posto al centro per l’osservatore. Tra di essi si vede un confratello incappucciato, un ricco notabile vestito di rosso e, secondo una lunga e plausibile tradizione, l’uomo voltato verso lo spettatore accanto alla veste di Maria sarebbe un autoritratto del pittore.
La Madonna poggia su una base scura organizzata prospetticamente, che richiama l'attenzione sulla figura centrale. Ben evidente è l'interesse di Piero della Francesca per la geometria, nell'accumularsi di forme regolari, quali il cilindro del mantello, il tronco di cono dell'aureola e la corona della Vergine, le forme ovali dei visi. La cintura di Maria è annodata in modo da formare una croce. La Madonna della Misericordia è stata rappresentata da Piero della Francesca tra il 1445 e il 1462 e fa parte di un polittico conservato presso il Museo Civico di Sansepolcro (Arezzo)
La corona del Rosario
È la corona che pende dal cordiglio, la cintura, o la cintola, che serve per cingersi i fianchi. Il cordiglio è uno degli elementi che compongono la divisa storica del Misericordioso, insieme alla cappa, alla buffa, al sarrocchino, al cappello, al bordone. La corona del rosario è il modo e il metodo di dire tutti la stessa cosa, il pregare Maria camminando insieme.