Misericordie: 100mila volontari e 700mila soci insieme per il sinodo. Al via domani a Roma
Sarà uno dei più grandi eventi italiani, con 100mila volontari e 700mila soci che potenzialmente potranno partecipare per discutere di solidarietà, di assistenza, di valori.
Si aprirà il prossimo 17 marzo con la Messa solenne nella Basilica di San Salvatore in Lauro a Roma, presieduta dal presidente della Conferenza Episcopale Italiana, il cardinale Gualtiero Bassetti, il Sinodo delle Misericordie d’Italia, la più antica organizzazione del Paese che affonda le sue origini nel lontano 1244. Il cammino comune del sinodo (dal titolo ‘RigenerAzione’) sarà l’occasione per capire quali siano i principi che animano i volontari di tutta Italia, che con le Case del Noi, gli Empori solidali, i Servizi di assistenza sanitaria (anche d’emergenza), che compongono una delle realtà più rilevanti del terzo settore del Paese. Oltre a Bassetti alla funzione religiosa parteciperanno il cardinale Mario Grech, segretario generale del Sinodo dei Vescovi, il cardinale Angelo Comastri, vicario generale emerito per la Città del Vaticano (e titolare di San Salvatore in Lauro), il cardinale Luis Antonio Gokim Tagle, Presidente di Caritas Internationalis e Prefetto della Congregazione per l'evangelizzazione dei popoli, monsignor Rino Fisichella, Presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della Nuova Evangelizzazione, monsignor Daniele Libanori, Vescovo Ausiliare di Roma Centro.
“Il cammino sinodale vuole essere un momento per capire le origini dei valori delle Misericordie, ma anche per tracciare la linea di ciò che sarà il futuro. Il mondo ha bisogno di ritrovare la sua umanità. Con il sinodo vogliamo offrire alla Chiesa il nostro contributo”, spiega Sua Eccellenza mons. Franco Agostinelli, correttore nazionale delle Misericordie d’Italia. “Siamo laici impegnati nella Chiesa, con una lunghissima storia, di quasi otto secoli – commenta Domenico Giani, presidente nazionale delle Misericordie - Il nostro carisma è l’attenzione alla persona umana, la cura dell’altro e, quindi, del suo essere comunità. Il cammino ci deve rivedere tutti insieme ripercorrere le nostre strade, capire quali sono state le impronte che abbiamo poggiato sulla via e quali saranno quelle che lasceremo. Il nostro tempo è stato sconquassato dalla pandemia e devastato dal conflitto ucraino. Anche su questi temi ci confronteremo perché essere nelle Misericordie vuol dire avere gli occhi all’attualità, il cuore rivolto agli altri, le mani tese a chi ha bisogno”.