San Massimiliano 2016: il racconto di uno di noi
Ecco il racconto delle due giornate romane di San Massimiliano 2016 a firma di Tobia Cesare Zapparoli della Misericordia di Palazzuolo Sul Senio.
"Partendo dalla premessa che è stata una bellissima avventura (quanto mi suona male, ma odio ancor di più le ripetizioni), sono a riportare la mia esperienza riguardo all'incontro appena svoltosi a Roma in occasione di San Massimiliano 2016. Quest'esperienza ha avuto inizio un piovoso venerdì mattina palazzuolese, la sveglia è suonata alle ore 4,00 del mattino, per permettermi di essere vagamente vicino alla condizione di "sveglio" entro le 5,30, ora fissata per la partenza con l'OLP Carla. Siamo partiti con un leggero anticipo in direzione San Piero A Sieve, dove avevamo appuntamento con i ragazzi della loro Misericordia, che come me avevano avuto la “malsana" idea di aderire a questa iniziativa. Arrivati alla stazione abbiamo cambiato macchina e siamo andati fino all'incontro col pullman, a Firenze. Lì ho scorto sul volto degli altri lo stesso mio sconforto alla prospettiva del viaggio che si presentava a breve, e all'arrivo del pullman siamo saliti come zombie silenti, occupando i nostri posti per la lunga transumanza verso Roma... o almeno credo, avevo troppo sonno per ricordare minimamente questa parte, e pure ora non si scherza, quindi andiamo di licenza poetica e prendiamo per buona la versione tragica.
Il viaggio d'andata non è stato niente di particolare, a quell'ora del mattino avevo la stessa voglia di interazioni umane di un crotalo diamantino, quindi mi sono dato alla segnaletica universale: cuffie nelle orecchie, musica a tutto volume e sguardo vitreo perso nel vuoto, se avessi avuto una coda col sonaglio avrei trasmesso il medesimo avvertimento, "tu avvicinati e io ti mordo". Unica nota colorata, una volta a bordo è stato assegnato a tutti un bollino colorato, che sarebbe poi servito per l'assegnazione ai gruppi di lavoro una volta a destinazione. Mi è toccato il giallo. Verso metà viaggio abbiamo fatto sosta in un autogrill, dove ho deciso che tentare di mordere chiunque cercasse di rivolgermi la parola forse non era il migliore approccio (e dico forse perché non ne sono ancora del tutto convinto) e ho grugnito un paio di -'ao- in direzione di quelle sospettosissime persone che riuscivano ad essere allegre e sorridenti di venerdì mattina presto... saranno state solo le 11! L'alba praticamente.
Siamo poi arrivati al Camping Village Roma, dove ci ha accolto una giornata a dir poco estiva, con un piacevolissimo sole e una temperatura che invogliava alla pennichella (mi manca...) e nel piazzale dell'accettazione ci hanno dato la chiave dei nostri alloggi. Dopo un discretamente lungo smistamento, io sono stato assegnato allo Chalet 64, insieme a 4 ragazzi di Poggibonsi simpaticissimi (è un eufemismo per "totalmente squilibrati") col quale mi sono subito trovato a mio agio... mi hanno concesso il piano alto del letto a castello!! (scelta del quale mi sono poi pentito. Fare un letto a castello è una delle imprese più difficili che io abbia mai affrontato in tutta la mia vita, e nel quale ho miseramente fallito).
Sistemati armi e bagagli, mi sono diretto al ristorante del Camping, dove, dopo una fila non indifferente, ho coronato uno dei miei sogni: Pasta al pomodoro, polpette di carne, pollo fritto, patatine fritte e insalata, tutto nello stesso piatto. Dopo pranzo siamo partiti per il luogo del raduno, sito presso la struttura “Salesianum”. Là, dopo un discorso introduttivo (in cui ci hanno invitati a partecipare alla giornata mondiale della Gioventù a Cracovia), siamo stati suddivisi in gruppi in base al colore assegnatoci. E' stato il caos. Essendo i gruppi molto numerosi, hanno dovuto tirare fuori colori sconosciuti ai più, come il "Verde Tiffany", e c'è stato un momento di smarrimento generale.
Citando Alfred Pennyworth, il Maggiordomo di Bruce Wayne "Certi uomini non cercano qualcosa di logico come i soldi, non si possono nè comprare nè dominare, non ci si ragiona nè ci si tratta. Certi uomini vogliono solo veder bruciare il mondo.". Nel gruppo ognuno ha raccontato come era venuto a conoscenza del mondo delle Misericordie, perchè aveva deciso di intraprendere questa strada e come si stava trovando. E' stata un'esperienza molto interessante, dove si è presentata l'occasione di venire a contatto con varie realtà delle Misericordie. Finito questo incontro, siamo stati riportati al Camping e da lì “liberati”.
A questo punto Carla ha preso in mano la situazione e ha organizzato la serata. Alle 20 e 30 ci siamo incontrati con la Misericordia di Barberino e di Vicchio (detta così sembra che fossimo un esercito, eravamo in 9) davanti al ristorante del camping, abbiamo chiamato 2 Taxi e siamo partiti alla volta della Capitale. La cena si è svolta in un piacevolissimo ristorante tipico, il "Carlo Menta", e dopo una gradevolissima cena ci siamo avviati a piedi verso la Fontana di Trevi, a una mezz'oretta dal ristorante. La vista ha ripagato la fatica, uno spettacolo di rara bellezza. Sulla mezzanotte noi coscienziosi ragazzi abbiamo costretto i nostri "responsabili" al rientro, in vista della giornata seguente, ma non ci hanno voluto concedere la branda finché non abbiamo festeggiato il compleanno di una ragazza di Barberino a suon di prosecco. Sollevato dalla constatazione che la chiave dello Chalet era nel luogo pattuito coi miei coinquilini, mi sono finalmente coricato, e ho a malapena udito i miei compagni di stanza rientrare "leggermente" alticci qualche tempo dopo. Mi sono alzato alle ore 5, forte della convinzione che così avrei evitato possibili code per la colazione... ma sono rimasto fregato da un piccolo dettaglio: alle 5 e 30 il ristorante era ancora chiuso.
Tralasciamo poi il fatto che per evitare di svegliare gli altri, ho rischiato di rompermi l'osso del collo nello spegnere la sveglia. Ho in seguito barattato del caffè con delle pastine al cioccolato. La partenza è stata più o meno una replica del giorno prima... cioè non mi ricordo niente. Arrivati in San Pietro abbiamo dovuto affrontare una discreta fila, ma siamo entrati senza troppe difficoltà e siamo riusciti a posizionarci sulle transenne, dal quale è poi passato Papa Francesco. La Messa risultava inascoltabile (letteralmente: non si capiva niente) e Carla ha nuovamente preso in mano la situazione. Ha chiesto alla coordinatrice se potevamo defilarci in anticipo per evitare la calca in uscita da piazza San Pietro e per goderci maggiormente Roma ed è stata accontentata. Questa volta con la Misericordia di Poggibonsi, abbiamo deciso di dirigerci a piedi al Colosseo, e sul percorso abbiamo incrociato Castel Sant'Angelo, Palazzo Venezia, l'Altare della Patria (dove abbiamo assistito al cambio della guardia), la Colonna di Traiano, i Fori Imperiali e infine siamo giunti all'agognata meta.
Concluso il nostro pellegrinaggio siamo partiti poi alla volta di un ristorante, con il preciso intento comune di mangiare dei bucatini all'amatriciana. Questo nostro desiderio è stato ampiamente soddisfatto in un incantevole ristorantino tipico, il "Hosteria Al Boschetto". Dopo un lauto pasto ci siamo infine avviati verso l'ultima tappa di questi 2 giorni (stavolta in metro) dove dopo alcuni discorsi che mi sono sfuggiti, visto il mio abbandono in cerca di un bagno, ci siamo defilati per tornare sul pullman, direzione casa.
Il viaggio di ritorno è stato di tutt'altro stampo, dove tra barzellette che definire "oscene" è riduttivo, scambi di contatti, e racconti di vario genere, si è creata un'atmosfera cameratesca che ci ha accompagnati fino a destinazione. Come ho già anticipato, è stata una gran bella esperienza, che ripeterei senza pensarci un attimo (se magari gli orari fossero un filino diversi...) e che consiglierei a chiunque intenda percorrere il cammino del Servizio Civile. Perchè oltre agli interessanti confronti che vengono proposti dal programma, viene a crearsi anche la fantastica condizione di conoscere gente nuova col quale condividere delle esperienze, indubbiamente formative per la nostra persona, ma soprattutto divertenti!"