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Cultura: la Misericordia di Rieti propone le “Danze Macabre” contro l'oblio della morte

Cultura: la Misericordia di Rieti propone le “Danze Macabre” contro l'oblio della morte

Novembre 02, 2015 - 14:03
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Nei giorni di Ognissanti e della Commemorazione dei Defunti la Misericordia di Rieti e il Gruppo donatori di Sangue Fratres promuovono una iniziativa culturale per contrastare l'oblio del senso cristiano della morte nel panorama culturale contemporaneo.
Danze Macabre Rieti
Un successo un po’ inaspettato quello raccolto dalle “Danze Macabre” messe in scena nello spazio del Mako di Rieti. Un pubblico numeroso, infatti, si è raccolto all’interno del Mercato Agricolo a Chilomentri Zero della V Comunità Montana per assistere ad uno spettacolo inusuale per forma e contenuto.
Giunta alla seconda edizione, l’iniziativa promossa della Confraternita di Misericordia di Rieti e del Gruppo di Donatori di Sangue Fratres è infatti il tentativo di affrontare, nella serata a cavallo tra la festa di Tutti i Santi e la giornata dedicata alla Commemorazione dei Defunti, il tema della presenza della morte nel mondo.
Una dimensione affrontata a partire dall’uso tardo-medievale di evocare la precarietà dell’esistenza rappresentando danze fra uomini e scheletri. Una suggestiva iconografia che negli spazi del Mako è stata tradotta in una articolata messa in scena, giocata sull’incastro di teatro – con il dialogo di un’anima con il suo corpo – musiche dal vivo di grande impatto, ed ovviamente danza.
L’originale colonna sonora è stata affidata ad un inedito “supergruppo”, che ha visto l’ensemble dell’Anonima Frottolisti, specializzato in musica antica su strumenti d’epoca, interagire con gli strumenti elettrici e l’apparato digitale del Dharma Bums Trio, supportati al basso da Gerardo Iannaccone. Ne è risultato un mix sonoro tra la musica ambient, i richiami alle sonorità medievali e il rock più colto e intelligente, di grande equilibrio e coerenza. La parte scenica è stata invece affidata al gruppo Teatro-Fuoco-Danza della Confraternita della Misericordia, che mette insieme diverse realtà specializzate nei rispettivi settori.
Tra il pubblico dell’iniziativa anche il vescovo di Rieti, mons. Domenico Pompili, che salutando i presenti ha colto l’«interessante provocazione» di uno spettacolo che si muove in controtendenza rispetto all’occultamento della morte tipico della cultura attuale. «Gli uomini del medioevo – ha spiegato don Domenico – in queste cose dimostravano maggiore maturità rispetto a noi». Una profondità di pensiero da recuperare perché la morte è un aspetto vita: «Solo chi è vivo può morire, la plastica non nasce e non muore» ha aggiunto il vescovo, cogliendo proprio nell’arretramento delle letture della morte elaborate dalla tradizione una delle ragioni del farsi avanti di fenomeni di colonizzazione culturale come halloween.
In linea con questo ragionamento, lo spettacolo proposto da Misericordia e Fratres ha fatto appello ad un giusto “senso di pietà” per la sorte umana, e ha spinto ad elaborareuna risposta alla continua dimenticanza o banalizzazione della morte nelle nostre società.