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Il Trattamento del Dolore in Urgenza ed Emergenza

Il Trattamento del Dolore in Urgenza ed Emergenza

Giugno 10, 2014 - 07:01

Il Trattamento del Dolore in Urgenza ed Emergenza. Oggi a Roma Gionata Fatichenti, direttore nazionale del Centro di Formazione, rappresenterà le Misericordie intervenendo all'incontro sul trattamento del dolore in urgenza ed emergenza, organizzato all'Istituto Superiore di Sanità.
Questa una traccia del suo intervento: "Il dolore è la prima causa di accesso ai Dipartimenti di Emergenza-Urgenza (DEU) ed un’adeguata analgesia rappresenta uno dei cardini di un’efficace gestione dell’emergenza, inoltre la terapia del dolore rappresenta un diritto garantito del cittadino. Tuttavia, numerosi studi hanno documentato un inadeguato controllo del dolore nel setting preospedaliero e di pronto soccorso. Va considerato che In emergenza urgenza il 60% degli interventi viene gestito da soccorritori (non infermieri – non medici).
Alcuni dati possono chiarire le dimensioni della struttura contraddistinta dal numero unico nazionale 118.
1) Le centrali operative 118 dislocate lungo il territorio nazionale superano il centinaio. Queste, mediamente ricevono l’impressionante numero di 13.841.182 chiamate, delle quali ben più di 8.000.000 effettive telefonate di soccorso.di questi circa il 60% viene espedito da ambulanze con soli soccorritori a bordoIl numero di soccorritori impegnati non viene stimato nella ricerca del Ministero della Sanità, ma è facilmente ipotizzabile una quantificazione in diverse decine di migliaia.Si può allora affermare, alla luce dei dati sopra osservati e senza timore d’esser smentito, che uno dei nervi scoperti nell’attuale organizzazione del Sistema Sanitario Nazionale sia la mancanza di una normazione univoca capace di definire ruolo e status del personale addetto al soccorso primario.Alla luce della recente introduzione della Legge 38/2010 [10] che al suo interno inserisce l’implementazione del Progetto «Ospedale-Territorio senza dolore» (Art. 6) , un gruppo di lavoro interdisciplinare nel 2012 ha ritenuto necessario un documento che possa rappresentare uno strumento d’ausilio per gli operatori sanitari alla diagnosi e trattamento del dolore in emergenza, ma anche in questo caso non si forniscono strumenti rivolti al soccorritore non sanitario (60%).Resta inteso che la gestione del dolore richiede in modo privilegiato la gestione sanitaria del paziente, tuttavia va ricordato che nel 60% dei casi il primo approccia al paziente è appannaggio di equipaggi senza sanitario a bordo.Perché il sistema possa funzionare è necessario che questi siano formati attraverso protocolli univochi alla valutazione del dolore, magari utilizzando scale di valutazione ( scala numerica a 11 punti (NRS-Numeric Rating Scale) da 0, dolore assente, a 10, massimo dolore immaginabile [18]. Un’alternativa ragionevole è la valutazione semantica del dolore (assente, lieve, moderato, severo) mediante una scala verbale (VRS-Verbal Rating Scale) ]. Nei pazienti pediatrici è possibile utilizzare la scala FACES per i bambini in grado d parlare e la scala FLACC (volto, gambe, attività, pianto, consolabilità) in quelli incapaci di parlare.Inoltre possiamo ereditare dalla maggior parte dei sistemi europei ed anglosassoni la competenza del soccorritore nella valutazione del dolore attraverso l’intervista del paziente mirata a determinareO: insorgenzaP. cosa lo provoca cosa lo alleviaQ. qualità del sintomoR. si irradia?S. severitàT. storia del sintomoTutto questo correlato a specifici protocolli che vanno dalla richiesta di supporto medico per il controllo del dolore, al trasporto verso l’ospedale con Approcci non farmacologici ( Sebbene gli analgesici siano indispensabili per il controllo del dolore in PS, non deve essere trascurata l’importanza dei trattamenti non farmacologici. Questi includono l’apposizione di ghiaccio, l’immobilizzazione delle fratture, la gestione degli aspetti psicologici del paziente, cui è necessario spiegare cause del dolore e possibili evoluzioni allo scopo di ridurne l’ansia)purtroppo ad oggi questo non avviene o almeno non è un metodo sistematico per i sistemi 118, dove spesso il paziente viene trasportato con cura verso il pronto soccorso munito dei migliori conforti, ma senza una accurata gestione del dolore, infatti non si è formati e oltretutto l’attivazione del supporto medico è esclusiva in casi di pazienti con funzioni vitali compromesse. È necessario, attraverso un provvedimento amministrativo di qualità, segnare un primo passo fondamentale verso il riconoscimento della figura del soccorritore volontario.In un periodo storico contraddistinto da tagli finanziari e risparmio spinto alle più estreme conseguenze, quello che si otterrebbe, senza eccessivi oneri di spesa, è una definizione univoca di soccorritore che favorirebbe la creazione di un unico linguaggio e di un unico contesto a livello nazionale; superando i localismi più disparati ed aiutando concretamente a far crescere in Italia una cultura del soccorso di urgenza ed emergenza, i volontari soccorritori, compiono quest’anno 770 anni, dalla zana ( cesta in vimini portata sulle spalle) si è passati alle volantine ( carretti a due ruote a trazione umana ) per arrivare alle moderne ambulanze, siamo pronti oggi con voi a rispondere anche a questa nuova sfida che va verso il cittadino infortunato, ma è essenziale che il ruolo da noi ricoperto sia oggi riconosciuto non solo in termini di economicità ma soprattutto in termini di capacità."
 
Per info: http://www.turansrl.it/index.php?pag=eventi&id=89