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Le Misericordie lanciano i campi di volontariato a Lampedusa

Le Misericordie lanciano i campi di volontariato a Lampedusa

Marzo 26, 2015 - 16:45

Scambio di esperienze tra i giovani in nome della solidarietà e partecipazione al "Forum di Lampedusa": ecco le nuove proposte della Confederazione Nazionale delle Misericordie nell'isola siciliana. L’azione delle Misericordie a Lampedusa, seguirà tre importanti linee d’azione.
Si integrerà in primis con quelle del “Forum di Lampedusa solidale”. Anche le Misericordie (ente gestore del Cpsa di Lampedusa), parteciperanno infatti al dibattito avviato dalla Parrocchia guidata da don Mimmo Zambito, con la comunità e le principali realtà  associative che operano sul territorio (la comunità parrocchiale, l’istituto delle suore, la federazione delle chiese evangeliche, la fondazione Migrantes, la sezione locale della Croce Rossa, la sezione CISOM reparto medico dei cavalieri dell’ordine di Malta, l’associazione Alternativa Giovani, esponenti della società civile e l’associazione AiBi “Amici dei bambini”).
“E’ opinione comune – ha spiegato Andrea Del Bianco - la condivisione di un territorio che vive una profonda dicotomia: se da un lato la cittadinanza tutta si sente in prima linea al momento dell’arrivo di cittadini stranieri, dall’altro sente in primo luogo il meccanismo farraginoso di un sistema di accoglienza non ancora in grado di mettere in relazione gli autoctoni con gli operatori che operano nel sistema.
Seconda importante azione, sarà quella dell’avvio di campi di volontariato per l’interscambio culturale delle esperienze: “se da una parte i giovani volontari di tutta Italia, potranno andare a Lampedusa a prestare la loro opera sul territorio (e non solo nel Centro con gli immigrati) – ha detto ancora Del Bianco – i giovani lampedusani potranno fare lo stesso nelle fraternite di Misericordia, forti della loro grande esperienza”. “Un modo – ha evidenziato - per diffondere le reciproche competenze e soprattutto per educare la popolazione al volontariato”.
La terza azione è più “tecnica” atta a migliorare le condizioni di assistenza primaria, ovvero la collocazione di due container, sul porto di Lampedusa. Un modulo  per attività sanitarie e d’accoglienza e un modulo per i bagni. Un aspetto quest’ultimo non di poco conto, considerato che le condizioni estreme di vivibilità alle quali sono costretti gli immigrati sui barconi, provocano, soprattutto nelle donne, malesseri da ritenzione urinaria. Sarà inoltre formalizzata la creazione di un’unità intervento sbarchi (Uis), che, in continuità con ciò che già avviene, coordinerà le varie fasi dell’accoglienza sul porto di Lampedusa.